Decisamente interessante l’articolo di Mike Rankin, trovato sul sito Creativepro.com, in cui riflette su quali siano le caratteristiche di un font libero da copyright.

Ironicamente l’autore ha intitolato l’articolo: il manifesto sul font libero. Chiaramente un richiamo ai più famosi manifesti scritti sulle riviste e sui giornali che elencavano le regole e le caratteristiche di un Movimento storico nascente. Così Mike Rankin scrive le regole e analizza le caratteristiche che un “free font” dovrebbe avere per essere realmente libero.

L’abbiamo tradotto per voi, in modo da divulgare questa riflessione che a noi pare trattare argomenti alle volte sfuggevoli.

Mike Rankin inizia affermando che sia noto quanto i creativi amino usare caratteri diversi, soprattutto quando sono liberi e gratuiti.

I caratteri liberi sono come la pizza o dei cuccioli, o come un programma televisivo molto amato.

Però bisogna sottolineare che alcuni font sono più “liberi” di altri. Per questo Mike scrive il suo Manifesto sul carattere libero:

1- Un font non è realmente gratuito se non è possibile utilizzarlo in progetti commerciali.
2- Un font non è realmente gratuito se presenta difetti che causano problemi in stampa.
3- Un font non è veramente gratuito se corrompe i documenti e blocca le tue applicazioni.
4- Un font non è veramente gratuito se devi registrare un account per scaricarlo.
5- Un font non è realmente gratuito se si deve scaricare e installare un’applicazione separata per ottenerlo.
6- Un tipo di carattere non è veramente gratuito se si guarda uno dei caratteri e non può immediatamente dire di che lettera si tratti.

I caratteri che violano le regole scritte qui sopra in realtà sono costosi, perché si perde tempo per correggere gli errori che provocano, quindi anche se non si sborsa in effetti del denaro si perde molto tempo.

Per questi motivi, quando si decide di usare un carattere gratuito, bisogna assicurarsi di non scaricare un font scadente. Bisogna visitare vari siti web, ci si accerta di tutte le caratteristiche riguardo alla vera “libertà” del font e in caso lo si utilizza.

Si può notare come alcuni siti di font gratuiti dispongano di una pubblicità che è stata progettata per ingannare chi lo visita per spingerlo a cliccare sul banner pubblicitario invece che sul reale pulsante per il download del font. Il suggerimento è quello di cliccare nella zona più piccola e non in luce. Lasciar perdere il grosso pulsante verde e cliccare invece su quello meno visibile nero.

Successivamente bisognerebbe leggere la licenza, dove molte volte si può scoprire che il font in realtà ha dei limiti molto alti.
Un ulteriore passo è quello di installare e convalidare il font. La convalida viene fatta in base al programma d’installazione font del proprio sistema operativo; ad esempio in un computer Macintosh bisogna aprire l’applicazione”Libro font”, selezionare il font che si vuole convalidare e dal Menu in alto eseguire File>Covalida Font. Se la finestra di convalida ha molte spunte rosse…forse il carattere scaricato non è dei migliori.

Infine provando a scrivere qualche frase nella pagina si può vedere se il font si visualizza correttamente.

Ultimo punto molto importante riguarda la stampa del font, per essere davvero un buon font deve poter essere incorporato nel formato PDF. Questo ultimo punto consente al carattere di essere esportato alla perfezione.

Cosi si conclude l’articolo di Mike Rankin, speriamo vi sia piaciuto. Potete trovare la versione in lingua originale a questo link.